Giuseppe Tartini - Lettere e documenti / Pisma in dokumenti / Letters and Documents - Volume / Knjiga / Volume I
6 1. Le fonti perdute 1.1 Dispersione e conservazione delle fonti epistolari Quel che scrive Alessandro Perosa 28 a proposito dei problemi legati alla pubblicazione di epistolari umanistici torna assai utile per delineare le difficolt di una recensio e della successiva analisi delle fonti epistolari manoscritte tartiniane. Tra le prime questioni che si pongono ci sono quelle relative alle modalit di con- servazione e dispersione delle fonti, le quali dipendono in parte dal fatto che il genere epistolare venne considerato, gi all’epoca della produzione, anche come prodotto lette- rario e come tale trasmesso. Le principali vie di trasmissione di un epistolario sono due: ad opera del mittente stesso o dei destinatari, ma oltre a queste esiste una serie di diverse possibilit (più o meno problematiche) che rende necessario lo studio dettagliato di ogni singolo caso. Nei luoghi tipici di conservazione delle fonti epistolari, biblioteche ed archivi, si possono incontrare (sempre più raramente, per nostra fortuna) disagi relativi alla man- canza di un catalogo o di un registro a stampa, strumenti importantissimi per tracciare il percorso di materiali che spesso sono stati oggetto di compravendita da parte di privati. Nella recensio delle fonti epistolari tartiniane ci si scontra con una considerevole perdita di materiali, innanzitutto lettere di risposta a quelle di Tartini, da parte dei suoi nume- rosi corrispondenti. Pierluigi Petrobelli, nell’articolo Per un’edizione delle lettere di Tartini , 29 afferma di aver raccolto duecentotrentadue lettere, includendo nella cifra anche alcune missive dei corrispondenti. In questa grande quantit di materiale è stato possibile individuare al- cuni gruppi che, per consistenza e frequenza, si configurano come dei veri e propri carteggi. Tra tutti, il gruppo di lettere che Tartini scambia con padre G.B. Martini è il più consistente. Ad un’analisi sommaria si nota la grande disparit numerica tra le novantadue let- tere inviate da Tartini e le sole sei di padre Martini. Riferimenti alle numerose missive mancanti si trovano nelle prime righe di un gran numero di lettere, come in quella del 14 novembre 1737, nella quale il maestro tenta di accontentare la richiesta avanzata dal conte Cornelio Pepoli 30 di accettare un nuovo allievo, nonostante l’impegno con un gruppo gi numeroso 28 Perosa, 2000: pp. 14-16. 29 Petrobelli, 2002: pp. 71-80. 30 Pepoli, Cornelio (conte, 1708-1777) letterato bolognese, dedicatario delle Dodici Sonate d’intavo- latura per l’organo, e il cembalo (Amsterdam 1742) di padre Martini.
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