Giuseppe Tartini - Lettere e documenti / Pisma in dokumenti / Letters and Documents - Volume / Knjiga / Volume I

339 DOCUMENTI Ho avuto molti regali di tabacchiere, di medaglie, e di qualche argenteria; le quali cose ponendole dentro i mobili di casa [lacerazione] po sso giudicarle a discrezione del val ore sommati 25470+1000=26470 Alla somma totale aggiungo il mio effettivo presente denaro di duc ati 500 in circa, sar il mio asse attuale 26470+500= 26970 Spesa, o sia debito: [il testo si interrompe] 186. Altro manoscritto indirizzato a ignoto, con resoconto economico Fatti che provano la falsit del supposto che il Tartini sia uomo danaroso. Il Tartini nell’anno 1727 per bisogno di vivere impegnò dal sig nor Domenico Scala per zecchini 13 una moneta di ongari 20; e il mezzo fu il sig nor d ottor d o n Biagio Saetta, presentem en te monsig nor Saetta vivente in Roma: testimonio degno di fede. Adunque il Tartini allora non aveva denaro. Nell’anno 1752 il Tartini prese a censo dalle sig no re dimmesse di Padova du- c ati cor renti 1550 per salvar la casa dominicale di Pirano; e ciò con istromento legale. Adunque allora non aveva denaro. Nell’anno scorso 1766 in decembre pagò alle sig no re dimmesse duc ati cor renti 2400 per capital, e pro scorso: presi da monsig nor Fantini, che allora era in Padova, con la ipoteca de’ campi ch’erano una volta della casa Fantini, e delle case comprate dal Tartini; aggiunta la condizione dell’usufrutto, vita durante del Tartini, e della moglie. Adunque al- lora il Tartini non aveva denaro; e il caso è recente di pochi mesi. È piucch’evidente, che se avesse avuto denaro, non sarebbe stato sì pazzo di trovarlo a tal condizione con istromento legale. Ecco dunque dimostrato col fatto la falsit , e sciocchezza del supposto. Ma data questa occasione, sia o per curiosit , o per bisogno, ecco in seguito la notomia delle lui attuali facolt analizzate fin al loro principio primo. Il suo guadagno lo chiamer credito: le sue spese debito, e distinguer le due partite. Guadagno, o sia credito. Questo incominciò dopo il di lui ritorno da Praga in Padova che fu del 1726, nel qual tempo il di lui stipendio al santo era di duc ati annui correnti 150, né aveva inco- minciato a insegnare. Sicché nell’anno seguente 1727 si trovò in necessit d’impegnar la sopradetta moneta per vivere, giacché nel di lui ritorno da Praga si era privato del denaro ivi avanzato, avendolo dato ai suoi di Pirano, il che può esser testificato dal d otto r Pietro vivente, che l’ha ricevuto.

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