Giuseppe Tartini - Lettere e documenti / Pisma in dokumenti / Letters and Documents - Volume / Knjiga / Volume I
322 glia, tutti concordi mi vi rappresentano mercante molto più con essi che con quanti esseri possano capitarvi al negozio. Avrei fondamento di credergli stante ciò che nel vostro ritorno da Villacco in Pirano avete con me tentato. Eppure non voglio creder- gli, parendomi impossibile, che nella famiglia Tartini dominando per natura il buon cuore, si fuori uno, che declini da questa natura. Tuttavia sapendo che siamo uomini, sospendo il giudicio, finché le presenti nostre circostanze mi facciano a prova toccar la verit con mano. Vi do dunque io stesso la notizia, che dispongo in vita di tutto il mio a beneficio della vostra famiglia maschile, volendo in primo luogo che siano immedia- tam en te estinti tutt’i debiti della casa: in secondo luogo che gl’avanzi (se vi saranno) siano impiegati in nuovi acquisti a beneficio comune della detta maschile famiglia. Di questo bene siete a parte ancor voi, ma a questo bene si oppone direttam en te la vostra scrittura di patto di famiglia, fatta nel vostro ritorno in patria con padre, zij, e fratel- li, in forza della quale (così mi [è?] detto) voi pretendete d’esser l’assoluto padrone di tutta la facolt , e che vi regolate a norma di questa pretesa padronanza. Se così è, giacché io no’l so, è impossibile che i miei sentimenti si uniformino ai vostri; anzi per il contrario essendo io sicuro che i miei son’ ottimi, e santi, con la stessa sicurezza vi dico che i vostri (se pur sono tali) sono pessimi, e abominati da Dio, e dagli uomini. È dunque forza che meco apertam en te vi dichiarate su questo punto che vi propongo; ed è, se voi volete partecipar di questo bene, o no. Se sì, è forza stracciar la detta scrittura per sempre. Se no, è forza che io vi escluda totalm en te da questo bene come membro reciso dalla nostra famiglia, e che vi soccombiate col vostro ai debiti della famiglia, e al credito che ho io per la casa paterna da me ricomprata con ducati 1500. Meditate bene la mia dichiarazione, e fate poi ciò che vi torna conto, giacché io in questa so- spensione del mio giudicio altro non posso dirvi, se non che prendiate esempio da me, se mai il pensiero che dovete aver per la moglie, vi facesse traboccar la bilancia per vantaggio della medema con danno di tutta la famiglia. Il mio testamento fatto in supposto di premunire mia moglie, la lasciava non padrona, ma usufruttuaria sua vita durante, e dopo la di lei morte dichiarava erede universale la famiglia maschile di Pirano, a beneficio comune. Iddio avendo voluto altrimenti, eseguisco la mia volont in vita, ma non do l’ultima mano, se prima non so la vostra intenzione, e risoluzione. L’attenderò dunque con quella impazienza ch’è ben facile immaginarsi, e con darvi un cordial issi mo abbraccio, pregando Dio di tutto cuore che vi dia ogni bene, e v’illumini al presente bisogno, sono sempre più vostro affe zionatissi mo zio Giuseppe Tartini
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