Giuseppe Tartini - Lettere e documenti / Pisma in dokumenti / Letters and Documents - Volume / Knjiga / Volume I

315 LETTERE 167. Tartini a G.B. Martini [fuori:] Al M o lto Rev eren do P ad re P ad rone Col endissi mo Il P ad re Gio vanni Batt ist a Martini M aest ro di Capella in S an Franc esc o di Bologna [dentro:] M o lto rev eren do p ad re p ad rone col endissi mo, per mezzo del nostro degn issi mo p ad re Paolucci mando a v ostr a riv eren za un in- volto de’ miei libri ultimam en te stampati. Di che trattino, ella lo vedr con suo comodo ma scielga per sé due legati in rustico, ch’erano gi destinati per v ost ra riv eren za, e do- vevano pervenirgli per mezzo dell’ill ustrissi mo sig no r Leopoldo Caldani benignam en te interessato per me. Ma venuto qui il p ad re Paolucci, ed avendomi notificata la di lei amorevole premura di averli sollecitamente, mi son accomodato piucché volentieri alla direzione del medesimo. Li altri sciolti che rimangono in di lei mani, saranno disposti dall’ill ustrissi mo Caldani, ed ella ne avr costì la notizia necessaria. Intanto v ostra r ive- renza gradisca non la mia opera, ma il mio cuore, ch’è senza minima mancanza rispetto alla venerazione, e amore che ho, e devo avere per v ost ra riv eren za. Rispetto a coteste due operette troppo io dovrei scrivere a v ostra r iverenza se in carta fosse lecita esposizione. Tutto ho confidato in voce al nostro benign issi mo p ad re Paolucci; ed è pur troppo vero, che il mio caso richiede una cautela infinita sì rispetto ai professori di musica, che ai professori delle fisico-mat emati che scienze. Omnia cum tempore; ma intanto per ora ho necessit di non intopparmi con la musica, se devo urtarmi con tutto il vigore con- tro i fisico-matem ati ci, che con troppa confidenza vogliono pubblicam en te decidere sul sistema musicale, e pretender di dar legge alla nostra professione. La cosa per noi altri italiani è oramai vergognosa, né deve lasciarsi correre. Chi per una via, chi per un’altra deve insorger, e rimetter il nostro pristino onore. Stabilito questo, vi vorr ben poco ad accordarci tra noi professori, giacché la disparit di opinione consiste sostanzialm en te in un solo punto d’ordine, e nella chiara spiegazione di que’ termini, che quando ben s’intendano, è impossibile che vi rimanga disparit di sentenza. Di questo si può trattar privatam en te e sinceram en te tra noi finché venga il tempo opportuno di spiegarci pub- blicam en te concordi. Questa è la mia massima nelle presenti circostanze, ed è massima di prudenza, non mai di timore alcuno, né di altra qualunque cosa. Se in via di prudenza mi sar suggerita massima migliore, l’abbracciarò con tutta prontezza, e docilit ; e intan- to umiliandole i miei cordial issi mi, et um ilissi mi rispetti, sempre più mi rassegno di v ostra r iverenza um ilissi mo devot issi mo obl igatissi mo servitore Giuseppe Tartini Padova li 26 Marzo 1767

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