Giuseppe Tartini - Lettere e documenti / Pisma in dokumenti / Letters and Documents - Volume / Knjiga / Volume I

313 LETTERE corrispondere al mio donare. V ostra r iverenza versa sull’arte, io verso sulla scienza del contrapunto, ma con questa nobilissima diversit , che l’arte è un fatto reale che sussiste da tanti secoli, la scienza, benché premurosamente cercata per più secoli da soggetti dottissimi nelle fisico-matematiche discipline, delle quali è ispezione, non si è trovata mai; e però si è disperatamente conchiuso, che non vi sia, né possa esservi. Comparisco dunque in pubblico al roverso di v ost ra riv eren za. Ella sar sicuramente intesa da tutti i professori dell’arte; io non solamente non sarò inteso da niun professore, se si eccettua il p ad re Vallotti e qualche allievo della stessa scuola, ma i dotti stessi che con tanta pre- mura hanno cercato questa scienza, vedendola pubblicamente proposta da un suonator di violino, di cui, come pubblico autore di leggi di contrapunto, non si fa verun conto dalla stessa sua professione, si ributteranno immediatamente il libro, e l’autore, né si degneranno nemeno di leggerlo, non che di studiarlo per sincerarsi della verit , o falsit della medesima. E pur son sì temerario, che se ben sicuro, che così debba seguire, ciò nonostante la propongo in pubblico senza minima soggezione né de’ fisico-matematici, né de’ professori di contrapunto. Anzi nel mio trattato di musica avendo io voluto ad arte esser oscuro dove ho avuto qualche altro fine, in codesti due libercoli voglio e so di esser chiaro, siché a niuno debba più il solo sfoggio di deluder l’opera, e l’autore col dire, che non s’intende. In cotesti due libri dir di non intendermi chi non vuole, perché non gli torna conto: che non sa ma presume di sapere, e chi è pubblicamente impegnato in contraria sentenza, perché più della verit gli può l’amor proprio. Chi cerca cordialmente il vero: sa quanto si deve sapere nel presente bisogno, né teme il solletico dell’amor proprio, m’intender senz’altro. A questi unicamente propongo in cotesti due libri l’esame della verit , o falsit della da me scoperta scienza: a que- sti pubblicamente risponderò, se pubblicamente esporranno e a carte 30 della mia risposta al critico m onsieu r Le Serre attendo i fisico-matematici, e al terzo capo della mia dissertazione de’ principij dell’armonia musicale contenuta nel diatonico genere aspetto i professori di contrapunto. Ma poi vadano cauti gl’uni e gl’altri perché son uomo di parola. Quando loro non basti l’esempio della gran diversit che corre tra il mio trattato di musica, e codesti due libretti, e l’esempio della mia risposta alla sfortunata critica di m onsieu r Le Serre sicché in ogni modo vogliono pubblicamente opporsi, manterrò fedelmente la mia parola, producendo quel di più, che ne detti libri accenno di tener in riserva appunto per tal bisogno. Se poi chi si arrischia, si trover ad assai peggiore condizione di m onsieu r La Serre, la colpa non sar mia: pubblicamente, e privatamente avrò fatto il mio dovere, avvisandoli innanzi non per spampanata (la prova del contrario è pubblica in codesta mia risposta) non per timore che io abbia per me, o meglio insinuare in loro (li procuro io stesso): per pura mia onest (sono quarantacinque anni da che son sul candeliere per dover esser intimamente conosciuto da tutti). Con i puramente saputelli, prattici, eruditi, satirici, buffoni più non perderò tempo. son vecchio e mi rimane a compir cosa molto più importante. Non faccia

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