Giuseppe Tartini - Lettere e documenti / Pisma in dokumenti / Letters and Documents - Volume / Knjiga / Volume I
301 LETTERE za . È stata ordita in casa di una dama ed è la signora marchesa Gabrielli madre del sig no r marchese Angelo Gabrielli di Roma. Essa tiene appresso di sé un sacerdote dilettante di musica, e di pittura, ed è un tal sig no r d otto r Vincenzo Rota: mio padrone, ed amico antico. Appunto per non porre la cosa in vista e farla segretamente son ricorso a lui per il mio schizzo; ma appunto son ricorso da lui per la mia malora perché lui ha tenuto mano, ed ha con- tribuito a questa per me tragedia, ponendo volontariamente il mio schizzo in mano di un giovine cittadin padovano, di cui sapeva benissimo la intenzione di farlo intagliare in rame con il contorno di quelle maledette diavolarie. Ciò che qui sia nato per il mio risentimento e con la dama e con gli autori è superfluo che glielo scriva: gi è anche troppo pubblico. Ciò che le posso giurare in tal circostanza, è che in mia vita non ho avuto dispiacere più grande di questo, e che questa piaga restar aperta, e gettar sangue finché vivo. Sia avvisata dunque v ostra r iverenza del fatto, e sapendo io di certo che di questi rami se n’è mandato fuori di Padova in molti paesi; anzi essendo io stato assicurato che se n’é mandato anche costì, s’immagini da una parte v ostra r iverenza la mortificazione di un povero cristiano in circostanza si fastidiosa, e delicata, e dall’altra sia prevenuta non solo per saper la cosa com’è, ma per difendermi appresso chi non mi conosce, e per sospendere su questo punto la effettuazione del di lei desiderio, finché io trovi qui un altro, il quale mi faccia lo schizzo in atteggiamento affatto diverso. Cosicché si rilevi affatto la diversit . Dio mi ha voluto provare, e devo ricever dalle di lui mani anche volentieri la massima delle mortificazioni a me pattibili; essendo cosa certissima che piuttosto mi sarei eletto una malattia per tutto il tempo di mia vita, che una cosa sì fatta. Con questa occasione le anticipo la notizia che nell’archivio de’ sig no ri canonici non si trova memoria alcuna del soggetto indicatomi da v ostr a riv eren za. Qui ancora sussiste la famiglia Cicogna nobile, ed è facile a credere che il de Cyconijs fosse di questa famiglia. Ma nel suddetto archivio vi è un disordine notabile, ed è che dal 1517 in qua si ha registro ordinato. Oltre di quel tempo non vi è registro alcuno, ma bensì un mezzo magazzino di ruotoli confusi tra loro, e senza ordine alcuno. Il nostro famoso antiquario ch’è il sig no r ab a te Brunazzi, ed è mio sing olarissi mo padrone, versò in quell’archivio per sei anni, e più: ha tutte le memorie importanti; ed ha veduto tutti que’ rotoli. Egli mi assicura che di questo can oni co de Ciconijs [ sic ] né ha memoria di averlo veduto in alcuno de’ ruotoli suddetti, né presentem en te è in caso di rivangar nuovam en te quella machina: non per la fatica, perché per la bont particolare ch’egli ha per me, la farebbe certamente, ma per i dissapori che vertono attualm en te tra esso, e il capitolo de’ sig no ri can oni ci, niuno de’ quali è atto al presente bisogno. Comandi ora v ostra r iverenza ciò che io devo fare: pronto a tutto per servirla. Le aggiungo bensì che lo stesso sig no r ab a te Brunazzi mi ha imposto di farle sapere ch’egli ha in mano un antich issi mo monumento musicale (è un antifonario) ed è del principio del 1100. Se questo può giovare, e piacere a v ostra r iverenza , lo fa padrone. Anche su questo mi risponda.
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy MjQ4NzI=