Giuseppe Tartini - Lettere e documenti / Pisma in dokumenti / Letters and Documents - Volume / Knjiga / Volume I
29 INTRODUZIONE [Padova 16 febbraio 1755] […] la supplico, sì è di darmi qualche notizia dell’esito degli esemplari, di quali devo cercarne conto non per mio interesse, ma per interesse dello stampatore. Mia premura somma si è stata di contribuir all’esito dei de’ libri, si che si spargano da per tutto, per rilevare il giudicio degli uomini veram en te dotti sopra molte proposizioni ivi contenute. […] 152 Numerosi e di particolare interesse sono i riferimenti agli allievi e alle questioni pratiche legate all’organizzazione dell’insegnamento, tra cui spesso figurano i talvolta complessi rapporti con i nobili protettori degli studenti, nonché finanziatori dei loro studi. Nella gi citata lettera del 14 novembre 1737 Tartini temporeggia davanti alla richiesta di ammissione di un giovane alla sua scuola; la richiesta gli è stata avanzata da Martini per conto del conte Cornelio Pepoli. Nella stessa lettera troviamo, tra le giustificazioni addotte dal violinista, interessanti informazioni circa la scuola di violino: […] Io avrò in quest’anno da insegnare a nove scolari: cosa, che mi confonde affatto, perché quando ne ho avuti quattro o cinque, sono stato il più imbrogliato uomo del mondo. Vengono, o per dir meglio, sono venuti la maggior parte, insalutato ospite, e ben da lontano, cosicché non si può rimandarli a casa, e sono servitori di prencipi. […] 153 Ulteriori informazioni sulla vita degli scolari a Padova vengono da una successiva lettera: [Padova 18 settembre 1739] […] La spesa per la sua dozzina (non in mia casa, mentre non ho voluto mai tener scolari in casa mia) sar in casa della mia contrada, e il meno che qui si possa spendere facendosi anco da sé stesso le spese sono cinquanta paoli al mese, mentre in Padoa il vivere è più caro che in Venezia. Ciò, ch’è il meno del mio onorario, sono due zechini al mese e questo è per il solo violino, perché chi vuol imparar anco il contrapunto, mi paga tre zechini. Sono altri scolari che mi pagano più ma ciò che io ho detto, è il mio solito, onde due zechini soli sa- ranno per il violino. Se il giovane è qualche poco avanzato, dentro un anno a Dio piacendo lo studio sar compito, mentre osservo che per quanto deboli vengano qui li scolari, in due anni, sono sbrigati. […] 154 Così veniamo informati dei compensi percepiti da Tartini per l’insegnamento del violino e del contrappunto, materia che non era obbligatoriamente da abbinarsi allo studio dello strumento. Comprendiamo anche che il violinista aveva un’idea piuttosto precisa della durata del corso di studi: due anni per l’istruzione di un allievo principiante e uno soltanto per chi aveva gi appreso le basi della disciplina. Interessanti sono inoltre le indicazioni sulle spese per la “dozzina”, ovvero il vitto e l’alloggio (normalmente presso una famiglia). 152 Lettera 115. 153 Lettera 13. 154 Lettera 20.
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