Giuseppe Tartini - Lettere e documenti / Pisma in dokumenti / Letters and Documents - Volume / Knjiga / Volume I

23 INTRODUZIONE rola sola la misura dell’uno come uno: cosa che pare contraddittoria, ma ch’è vera ver issi ma perché si tratta di demostrazioni, e di prove fisiche. […] Dalla stessa lettera veniamo a sapere che Tartini aveva discusso queste sue teorie con numerosi professori e scienziati padovani, ma ciò nonostante considerava l’esame di Balbi fondamentale: […] io ho bisogno in tal caso di un uomo assai più dotto ancora delli due suddetti, e d’intiera fede. Questo tale per me non può esser che v ostra s ignoria ill ustrissi ma. Ho servitù col Polleni, 123 con l’ab a te Conti, 124 col Riva, 125 col Riccati, 126 col Suzzi, 127 ma niuno di questi per altro ec- cellentissimi fa per me. […] Nella seconda lettera a Balbi un decennio più avanti i motivi che spinsero il violinista a cercare fuori da Padova il giudizio e il sostegno sperati si fanno un poco più chiari: ecce- zione fatta per Riccati, al quale vorr consegnare il testo del Trattato in una versione più avanzata, non sente di potersi fidare dei padovani, per ragioni misteriose che non sono da “fidare alla carta”. 128 I filosofi e matematici padovani, che condividevano con Tartini la frequentazione di accademie e cenacoli scientifici cittadini, gli erano evidentemente avversi. 123 Poleni, Giovanni (1683‑1761) fu matematico, fisico e ingegnere veneto. Frequentò con altri intel- lettuali (Andrea Memmo, Apostolo Zeno, Scipione Maffei, Antonio Conti tra i molti) il circolo che si creò intorno al console Joseph Smith, che raccolse gli spiriti innovatori del primo illuminismo. Ebbe la cattedra di astronomia e meteore a Padova dal 1711 e si addottorò in Collegio veneto more nobilium in filosofia e medicina e membro del Sacro collegio dei medici e filosofi di Padova, nonché di numerose accademie italiane ed europee. Cfr. Casellato-Sitran, 2002: pp. 203-226. 124 Conti, Antonio (1677‑1749). Fisico, matematico, storico, filosofo e drammaturgo padovano. Noto come abate Conti, è famoso per essere stato arbitro nella controversia tra Leibniz e Newton, circa l’invenzio- ne del calcolo infinitesimale. Dopo lunghi soggiorni in Inghilterra e Francia, tornò a in Veneto dove restò fino alla morte. Cfr. G. Gronda, “Conti, Antonio”, in Dbi. 125 Riva, Lodovico (1696‑1746). Filosofo, fisico e astronomo veneto. Fu docente di Astronomia e meteore (1719‑1720) e seguì poi, insieme a Suzzi, un corso di analisi sotto Jacopo Riccati. Cfr. Casellato- Sitran, 2002: pp. 79-83. 126 Per analogia con gli altri nomi inseriti nella lista, si potrebbe riferire a Jacopo Riccati. Tartini fu poi per anni in contatto epistolare con il figlio Giordano, discutendo di questioni di teoria musicale. Il padre Jacopo (1676‑1754) fu un celebre matematico trevigiano, il figlio Giordano seguì il padre negli studi ma- tematici occupandosi poi anche di fisica, architettura e musica. Sul rapporto tra Giordano Riccati e Tartini cfr. Del Fra, 2007 e Barbieri, 1994: pp. 321-344. 127 Suzzi, Giuseppe (1701‑1746). Nacque a Ragogna (UD) e dopo i primi studi a Udine passò nel seminario di San Cipriano di Murano, dove apprese da G.F. Crivelli i rudimenti di retorica, matematica e fisica. Nel 1722-23 si perfezionò in analisi con L. Riva seguendo un corso di J. Riccati. Divenne consulente tecnico del governo e tenne poi corsi privati di matematica, e forse anche di diritto, a Venezia. Nel 1744 gli fu conferito il primo luogo di filosofia all’Universit di Padova. Si interessò cosmologia, meccanica generale e celeste e calcolo. Con lui la cattedra di filosofia naturale completò la transizione nell’insegnamento della fisica moderna. Cfr. Casellato-Sitran, 2002: pp. 183-188. 128 Lettera 74.

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