Giuseppe Tartini - Lettere e documenti / Pisma in dokumenti / Letters and Documents - Volume / Knjiga / Volume I
21 INTRODUZIONE un uomo superbo e sconsiderato al punto di voler scardinare i principi comunemente accettati della disciplina. Potrebbe essere l’et ancora giovane del francescano a far sì che in Martini egli trovi un confidente con cui condividere senza timore i suoi pensieri. La ricerca di un confronto sui temi di teoria musicale dunque sarebbe il fondamento su cui si avviò il lungo rapporto epistolare, forse successivo a un incontro tra i due avvenuto a Bologna prima del 1730. Tra le lettere non datate di Bologna ne esiste inoltre una di Martini che risale certa- mente a questi stessi anni, 114 nella quale si pongono a Tartini cinque “difficolt ”, corri- spondenti a quelle che Tartini tenta di chiarire nella lettera del 1730. Martini richiama una discussione sulle teorie tartiniane che avrebbe avuto con un gruppo di celebri mu- sicisti: il gi citato Giacomo Perti, Giuseppe Alberti, 115 padre Giacinto Rossi 116 e padre Ferdinando Antonio Lazari. 117 Martini non fu l’unica autorit con cui Tartini volle discutere il suo “sistema”, a Padova non mancarono teorici e musicisti interessati alle nuove teorie. Nel corso del Settecento la cappella musicale padovana rivestì una notevole importanza, vi operarono Francescantonio Calegari, 118 Francesco Antonio Vallotti e Giordano Riccati. Calegari, ad esempio, anticipò Jean Philippe Rameau nella formulazione di concetti fondanti dell’armonia modernamente intesa. I teorici padovani non si affrettarono però, contra- riamente a Rameau, a condividere le loro scoperte per mezzo di opere a stampa. 119 Fu 114 I-Bc, S5242. Si tratta in realt di una delle poche copie di lettere di Martini incluse nello sterminato carteggio. È un documento importante in quanto la copia, voluta certamente da Martini, indica il desiderio di conservazione del contenuto, ritenuto quindi significante. Le corrispondenze con il contenuto della let- tera di Tartini del 1730 suggeriscono di considerare questa di poco precedente. 115 Alberti, Giuseppe Matteo (1685‑1751). Violinista e compositore, membro dell’Accademia filarmo- nica bolognese. Dal 1709 violinista nella basilica di san Petronio e successivamente, dal 1726, maestro di cappella a San Giovanni in Monte nella stessa citt . Cfr. A. D’Addario, “Alberti, Giuseppe Matteo”, in Dbi. 116 Su questo religioso, probabilmente bolognese, non ho trovato notizie. 117 Lazzari, Ferdinando Antonio (o Lazari, al secolo Lazzaro Maria, 1678‑1754). Secondo padre G.B. Martini, studiò l’organo con G.B. Vastamigli, il violino con D. Gabrielli e il contrappunto con G.P. Colonna e P. Degli Antoni. Fu aggregato al convento di san Francesco d’Assisi, ove si perfezionò negli studi musicali e tenne i posti di secondo e primo organista. Nel 1702, rientrato da poco a Bologna, fu nominato maestro di cappella in san Francesco; mantenne l’incarico sino al 19 dicembre 1705, quando chiese di poter prendere servizio nella chiesa di santa Maria Gloriosa dei Frari di Venezia. Cfr. E. Pasquini, “Lazzari, Ferdinando Antonio”, in Dbi. 118 Cfr. Barbieri, 1990: pp. 199-221. 119 Dell’opera di Vallotti, Della scienza teorica e pratica della moderna musica (Padova 1779), inizial- mente previsto in quattro libri, fu pubblicato soltanto il primo libro, dedicato alle basi scientifiche della musica. D.M. Federici, Sopra la vita e gli studii del Conte Giordano Riccati , Coletti, Venezia 1790, p. 11: “[Giordano Riccati] conobbe, e fino dal 1735 […] con sue lettere […] sollecitava il Vallotti, acciocché un’opera ci dasse, che compiute rendesse le pubbliche brame […] Il Vallotti accettò il nobile progetto, ma tardo vi pose la mano per darcelo compitamente, non avendo pubblicato che il primo libro della sua scienza musica, e solamente nel 1779.” Cfr. inoltre Barbieri, 1987: pp. 173-209.
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