Giuseppe Tartini - Lettere e documenti / Pisma in dokumenti / Letters and Documents - Volume / Knjiga / Volume I

17 INTRODUZIONE Tartini gi allora stava elaborando. Il tono confidenziale e i riferimenti a missive pre- cedenti testimoniano che la corrispondenza era gi avviata da qualche tempo. Dalla lettera si deduce che il violinista aveva inviato a Bologna una trattazione manoscritta di argomento teorico-musicale che voleva sottoporre all’ esame di Martini, come pure di altri musicisti bolognesi. Una prima risposta doveva gi essere pervenuta a Tartini che rispondeva alle “difficolt ” avanzate da Martini. 83 Questa prima testimonianza apre al primo interrogativo: come si sono conosciuti? Dal tono della lettera si capisce che la corrispondenza era gi da qualche tempo avviata e che fra i due correva una discreta con- fidenza. Che un incontro avesse avuto luogo prima del 1730 è probabile ma non con- fermato dalle fonti. Sappiamo che Tartini toccò diverse citt d’Italia nei viaggi d’inizio carriera: Venezia, Milano, Livorno, Bologna, Napoli, Palermo sono le citt nominate da Fanzago. 84 Sfortunatamente non abbiamo alcun dettaglio ulteriore su questi viaggi. È opinione comune tra i biografi tartiniani che il violinista, dopo il ritorno da Praga nel 1726, riducesse i suoi spostamenti da Padova al minimo indispensabile. Tuttavia abbiamo prove della sua presenza a Parma nel 1728, 85 della sua attivit come musicista a Camerino nel 1735, 86 a Ferrara, 87 a Bergamo 88 nel ’40 e a Roma. Per cantori e suonatori delle cappelle musicali era uso ricorrere a domande scritte, le cosiddette “suppliche”, per ottenere il permesso di assentarsi. 89 Tartini però non aveva l’obbligo di notificare o chiedere permessi per le sue assenze. 90 D’altra parte questo pri- vilegio concesso dalla Veneranda arca rende chiaro che al momento della sua assunzione erano gi previste sue eventuali assenze da Padova. È lecito immaginare una serie di viaggi che lo portarono a suonare in funzioni religiose fuori da Padova, probabilmente insieme all’amico Antonio Vandini, primo violoncello al Santo. Sebbene non risulti che Vandini avesse la libert di assentarsi da Padova senza chiedere il permesso, rileviamo una discrepanza tra le notizie dei suoi numerosi viaggi e le due sole suppliche esistenti. 91 Ciò risulta comprensibile per i viaggi 83 Tartini risponde a cinque “difficolt ” in una serie di fogli annessi alla breve lettera (lettera 5). 84 Fanzago aggiunge anche “altre citt d’Italia”, cfr. Fanzago, 1792: p. 15. 85 Petrobelli, 1966: pp. 109-124. 86 Lettera 11. Cfr. Petrobelli, 1968: pp. 60, 150. 87 Lettera 31. Cfr. Petrobelli, 1968: pp. 60, 150. 88 A Bergamo si infortunò il braccio, come egli stesso dichiara nel resoconto economico (documento 185). 89 Al Santo questo tipo di richiesta doveva indirizzarsi ai «molto reverendi padri e alle signorie illu- strissime» della Presidenza della Veneranda arca di sant’Antonio, nel caso di allontanamenti da Padova per motivi personali o per recarsi a suonare in altre cappelle musicali (il periodo di permesso poteva riguardare brevi o lunghi periodi). 90 Per un approfondimento su privilegi, funzioni e stipendio di Tartini nella Cappella antoniana cfr. Frasson, 1974: pp. 99-109. 91 Le suppliche dei musicisti del Santo si trovano trascritte nel regesto delle delibere della Veneranda arca in Boscolo-Pietribiasi: 1997.

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